Una piccola rivoluzione  

I

n più c’è il bar, impensabile in un collegio tradizionale, aperto al mattino durante l’intervallo, dopo pranzo, all’ora della merenda e dopo cena. E’ qui che i convittori s’incontrano con le ragazze - grembiule nero e collettino bianco– offrono un’aranciata o una Coca-cola, giocano insieme a calciobalilla o si scambiano innocenti dichiarazioni fra le pagine del libro di filosofia. Perché al Maria Luigia da qualche anno, primo collegio in Italia, ci sono anche le ragazze. 

Ci sono soltanto come esterne, si ritrovano insieme ai convittori soltanto alle lezioni, negli intervalli, nei corridoi, in campo sportivo, al bar, nell’antica biblioteca neoclassica (un tempo chiusa) o in quella moderna, attigua

alla sala dei Giganti affrescati dal Gambara, dove possono consultare preziosi volumi per le ricerche e le esercitazioni letterarie. Ma è già una piccola rivoluzione interna, la conquista di una maturità psicologica: pensate che ai tempi di Trincas il solo apparire della sorella d’un convittore in sala d’aspetto o d’una giovane maestrina, quando i ragazzi passavano inquadrati nelle loro divise grigioferro da riformatorio, suscitava fischi d’ammirazione e commenti salaci da caserma. Le ragazze appartengono tutte alle famiglie bene di Parma, i convittori, naturalmente, vengono tutti da altre città: così i flirt, ufficialmente vietati, sono difficili, effimeri e non lasciano scottature.