Manca solo la piscina

 

I corsi facoltativi per gli “esercizi cavallereschi”, indispensabili a temprare il corpo e lo spirito di un ex-collegio dei nobili, si pagano a parte: 5000 lire al mese per sei mesi la scherma, 6000 lire al mese per tre mesi l’equitazione, 6000 lire il tennis, oltre, s’intende, al judo, al giavellotto, alla musica, al canto. Manca soltanto il nuoto (e ne soffrono i liguri, veneziani e partenopei) perché manca la piscina, ma già è stato acceso un mutuo per costruirla, coperta, il prossimo anno.

In compenso convittori e semiconvittori  danno grandi soddisfazioni al Rettore, e gli inteneriscono il cuore, per le vittorie di slalom a Schia (una specie di Cortina dell’Appennino parmense dove vanno in pullman, con l’istruttore, al sabato e alla domenica) e per quelle interprovinciali di atletica leggera che hanno riempito le vetrine della direzione, e le camerette, di coppe e di aquile d’argento.

Le fughe, anche adesso che hanno tolto le sbarre alle finestre, sono rarissime. Avvengono, per lo più,  al ritorno dai permessi e dalle licenze. Il metodo è sempre quello in auge ai tempi di Trincas: il sesto grado  sul muro del campo sportivo, seguendo, lungo l’itinerario dei mattoni rimossi, le varie ”strade” che portano il nome dei convittori leggendari di quei tempi. Anche recentemente uno di prima liceo, appena rientrato, aveva chiesto di andare in infermeria per la solita febbre finta da carta assorbente. Rispedito in “squadra” era uscito all’aperto, nel campo sportivo, e aveva fatto la sua brava scalata. Dato l’allarme, il Rettore ha aperto la “Gazzetta” , ha scorso l’elenco dei cinema e con la sicurezza di un commissario ha spedito due istitutori al cinema Verdi, dove davano James Bond. Nel giro di un’ora è stato riacciuffato, ma non si è aperta, per lui, la cella di rigore, completamente abolita.

Nutrimento, proteine e vitamine non si toccano. Niente privazione di frutta, di dolce, di carne e niente umiliazione di starsene in piedi in refettorio mentre i compagni mangiano.

Il refettorio è tutto rinnovato: al posto delle lunghe tavolate da convento, tavolini da quattro o da sei e un cameriere in guanti bianchi ogni due squadre: il “primo” è quasi sempre una specialità locale, tortelli, anolini, gnocchi, lasagne e i convittori si servono da soli, la zuppiera al centro del tavolo; il “secondo” (carne con due contorni) è servito in piatti da portata e non passa più il carrello con i piatti già confezionati, tristi, freddi, con il sugo rappreso,  scagliati dai camerieri ai destinatari, come il lancio del disco. Contorni a volontà, frutta fresca e al giovedì e alla domenica  il dolce.


 

 

 

 

Squadra di scherma

" Il Convitto è libero”, gli ha detto il professor Tenore, “se ci vuoi stare devi starci spontaneamente, altrimenti telefono a tuo padre e ti consegno a lui”. Qualche volta li riacciuffano in un night club, ma le terribili punizioni di un tempo non esistono più.

Per una mancanza non grave c’è la privazione della ricreazione, che può decretare l’istitutore (uno studente universitario che mangia, studia e dorme in Convitto e che prende per il disturbo 30 mila lire al mese); per una più grave, la privazione del cinema alla domenica ( si danno tutti i film “per adulti”, western soprattutto, spionaggio, musicals: ma non succede più come ai tempi di Trincas, che il Rettore si alzava in fondo alla sala e metteva il cappello davanti all’obbiettivo al momento del bacio), privazione degli spettacoli lirici e di prosa al Regio e della libera uscita ogni 15 giorni: in tal caso si avvertono immediatamente genitori e parenti per telefono o con un telegramma perché non facciano un viaggio inutile a Parma.

Nutrimento, proteine e vitamine non si toccano. Niente privazione di frutta, di dolce, di carne e niente umiliazione di starsene in piedi in refettorio mentre i compagni mangiano.

Il refettorio è tutto rinnovato: al posto delle lunghe tavolate da convento, tavolini da quattro o da sei e un cameriere in guanti bianchi ogni due squadre: il “primo” è quasi sempre una specialità locale, tortelli, anolini, gnocchi, lasagne e i convittori si servono da soli, la zuppiera al centro del tavolo; il “secondo” (carne con due contorni) è servito in piatti da portata e non passa più il carrello con i piatti già confezionati, tristi, freddi, con il sugo rappreso,  scagliati dai camerieri ai destinatari, come il lancio del disco. Contorni a volontà, frutta fresca e al giovedì e alla domenica  il dolce.